Il pellegrinaggio: un cammino di ricerca
Ieri, 19 marzo, presso Sala del Dottorato nelle Logge della cattedrale di San Lorenzo, si è svolta la conferenza legata alla mostra del Volto Ritrovato, tenuta dal Vescovo ausiliare S.E. Mons. Paolo Giulietti dal titolo “IL TUO VOLTO SIGNORE IO CERCO. IL PELLEGRINAGGIO CRISTIANO”.
Il Volto di Cristo cercato nella tracce della storia è stato il tema centrale della conferenza.
S.E. Mons. Paolo Giulietti ha descritto il pellegrinaggio come un ‘cammino di ricerca’ sottolineando che “la ripresa dei pellegrinaggi a piedi evidenzia il carattere del cammino come di un viaggio fatto con l’aspettativa di cambiare ‘in qualche modo’ se stessi”.
Ha proseguito dicendo che “la dinamica del cambiamento ha tre dimensioni che fanno parte dell’esperienza antropologica del pellegrinaggio, ma che nella fede cristiana vengono vissuti in modo del tutto originale:
– la dinamica della tradizione, cioè del rapporto con un passato che può parlare all’oggi;
– la dinamica della relazione con se stessi e gli altri, vissuta in modo sorprendentemente intenso;
– la dinamica della trascendenza per il richiamo costante e inatteso al senso unico della vita, a una meta/destinazione che non si esaurisce nelle vicende e nelle faccende di ogni giorno”.
Tradizione – Il pellegrinaggio cristiano, documentato fin dal III secolo, è prima di tutto viaggio alla ricerca del volto attraverso cui “la vita si è fatta visibile” (1Gv 1,2) nelle tracce che il suo passaggio ha lasciato sulla terra.
Di queste, il Volto Santo – o Veronica – è senz’ altro una tra le più insigni e direttamente riferibili alla persona e al volto stesso del Figlio dell’Uomo.
Relazione – Il pellegrinaggio per una serie di fattori (distacco, solitudine, silenzio, fatica, interiorità) dispone ad una più profonda e vera conoscenza di sé. E’ il cammino più interiore, la ritrovata relazione con se stessi, che può condurre alla scoperta o alla riscoperta del volto di Cristo.
Trascendenza – Il pellegrinaggio testimonia, con la sua stessa esistenza, il fatto che la persona umana tende a qualcosa che va al di là del semplice esaudimento dei bisogni o del dipanarsi dell’esistenza quotidiana, sente l’attrazione di una forza dall’alto che lo spinge verso ciò che lo trascende.
Il pellegrinaggio è “speranza fatta strada” nella percezione, prima confusa poi sempre più chiara, che al termine della vita ci attende non il buio ma lo splendore di un volto, al di là di ogni immaginazione e delle stesse proposizioni della fede.
Pellegrino, chi ti chiama?
Quale forza occulta ti attare?
[…]
Né la via delle stelle
né le grandi cattedrali.
[…]
La forza che mi spinge
la forza che mi attrae,
non so spiegarmela neppure io.
Solo Colui che sta Lassù lo sa.
(versi tratti da Il Camino di Santiago di Eugenio Garibay Baňos – 1987)